giovedì 17 gennaio 2008
IL JAZZ DI RICERCA DI UMBERTO NAPOLITANO
Il jazz di Umberto Napolitano parte da lontano. Un ritmo sostenuto, con lievissimi echi di oscurità, che sbocciano in sonorità da quotidianità americana, come in Early in the morning, pubblicata in Mosaico con l’etichetta Yvp music nel 1996. Un pezzo esemplare, di passaggio, dal finire della notte alla quiete che si trasforma in frenesia. Da Nuovo Est del 2001 proviene Spring Time, pezzo solare che usa le note per fotografare la fioritura: ogni apertura sonora racconta un fiore che si schiude; le ossessioni sonore e quasi ritmiche mostrano l’ambiente, la vita che si raccoglie intorno ai fiori. Uno dei doni di Umberto Napolitano è quello di riuscire a suonare il silenzio, arrivando alla rarefazione dei suoni. Suoni che esplodono, sfumano, si riaccendono, con sonorità cromaticamnente ed elegantemente azzurre. Over Night del 2006 dal cd Eos, racconta toni molto diversi, ansiogeni, che per fraseggio non sfigurerebbero come colonna sonora di un thriller. La rincorsa, l’inciampo, l’angoscia iniziale. Una sorta di suspense musicale, che degenera in variazioni ruvide, persino sinistre. A dimostrazione di una poliedricità di espressione che merita una consacrazione più ampia. Il tema del mosaico è estremamente presente nel repertorio del jazzista di Praia a Mare, e nel pezzo Eos sono quattro colori, il giallo, l'azzurro, il rosa e il verde a raccontare le emozioni e il miracolo della vita che si fanno musica. Un vero Pat Metheny calabrese, per eclettismo e ricchezza di spunti. Ne sentiremo parlare.
GIANLUCA IOVINE
mercoledì 9 gennaio 2008
Navigare, sempre
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